Pianificare il passaggio generazionale per una Leadership più forte

Facilitare il passaggio del testimone con un percorso di confronto e affiancamento: la ricetta per un business più stabile e longevo

In Italia, oltre l’85% delle aziende è a matrice familiare e si stima che entro il prossimo decennio un’impresa su cinque sarà costretta ad affrontare il cambio generazionale. Tuttavia, solo la metà di queste imprese si sente pronta ad affrontare tale processo, come rilevato dall’XI Osservatorio AUB promosso da AIDAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), Unicredit e Bocconi.

Le statistiche riportate dal Sole 24 Ore confermano la criticità del processo successorio nelle imprese familiari: solo il 30% sopravvive al passaggio dalla prima alla seconda generazione, solo il 12% arriva alla terza e solo il 4% alla quarta. Per arrivare preparati a questo importante traguardo e superarlo senza battute d’arresto, c’è un’unica strada da percorrere: la pianificazione del passaggio generazionale.

 

Passare il testimone con lungimiranza

 

L’errore tipico è considerare il passaggio generazionale come un evento inaspettato anziché un processo programmato. L’impresa è un patrimonio dinamico, un’entità in continua evoluzione, e il principale timore del cambio generazionale dirompente è rappresentato dalla perdita del know-how e delle relazioni umane di cui l’imprenditore si sente il principale attore.

Vivendo il lascito del testimone alle nuove generazioni come un tabù si rischia di concentrarsi unicamente su aspetti di natura tecnica o fiscale, sottovalutando gli aspetti manageriali che, al contrario, rappresentano il vero focus su cui intervenire.

In prima battuta è indispensabile valutare mindset e disponibilità della nuova generazione: motivazioni, atteggiamento, interessi, obiettivi sono solo alcuni tra gli elementi chiave da tenere in considerazione per accogliere il successore in azienda assecondando le sue singolarità. Il successore, infatti, diventerà sì il portavoce di valori e know-how aziendali, ma guiderà il business secondo il suo modello di Leadership: ecco che realizzare un piano concreto da mettere in atto gradualmente è l’asso nella manica per intrecciare vecchie e nuove strategie in un percorso comune.

Dal punto di vista strategico, il passaggio generazionale è un momento delicato che merita di essere gestito con un piano di comunicazione ad hoc. È fondamentale mantenere un rapporto disteso e collaborativo con Stakeholder, clienti chiave, fornitori e banche così come con Top Management e personale: il successore verrà introdotto secondo fasi prestabilite in modo da far emergere gradualmente le sue doti di Leader.

Infine, i tavoli “familiari” dovranno essere separati da quelli “gestionali”, al fine di privilegiare la continuità aziendale a quella dinastica. La creazione di un sistema di Governance responsabile in cui Management e proprietà dialogano in ottica costruttiva è la chiave di volta per assicurarsi un business solido e longevo.

 

Gestire con serenità il cambiamento

 

Passare il testimone in ambito aziendale può essere vissuto come un momento critico, sia per il predecessore che per il successore, ed è perciò importante non sottovalutare questa fase, ma pianificarla con largo anticipo, ricorrendo anche ad approcci tipici del Change Management.

Per gestire la complessità del fenomeno, dunque, l’approccio ottimale ha carattere multidisciplinare. Da un lato è bene gestire minuziosamente gli aspetti fiscali e tributari, preparandosi anche ad eventuali imprevisti; dall’altro non si possono dimenticare le variabili umane e psicologiche che influenzano il passaggio generazionale in azienda, che si conferma come un cambiamento sì fisiologico, ma non per questo automatico e lineare.

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