Windows Virtual Desktop: passato, presente e futuro

In questo post riassumiamo l'evoluzione di Windows Virtual Desktop e capiamo dove siamo arrivati sino ad oggi

La virtualizzazione di Windows desktop ha fatto molta strada nel corso degli anni sin dalla sua uscita sul mercato nel 1998 quando portava le funzionalità di remote desktop su Windows NT Server 4.0 Terminal Server Edition.
Ora, infatti, abbiamo a disposizione la preview di Windows Virtual Desktop per Microsoft Azure.

Ma qual è la storia che si cela dietro agli ultimi sviluppi? E c’è qualche anticipazione su quanto avverrà in futuro?
Cerchiamo di riassumere in questo post l’evoluzione di Windows Virtual Desktop e capiamo dove siamo arrivati oggi.

 

Microsoft e Citrix in principio

 

Windows Virtual Desktop

Microsoft e Citrix hanno un trascorso parecchio intrecciato: Citrix ha impiegato la maggior parte della sua esistenza come corporate a mettere assieme add-on per sistemi operativi Windows.
La loro collaborazione inizia nel 1990, quando Citrix acquisisce la licenza del codice sorgente di OS/2.
Citrix ottiene poi la licenza per il codice sorgente di Microsoft Windows NT 3.51 e, nel 1995, mette in commercio WinFrame, il primo vero e proprio prodotto multi utente per Windows diventato subito molto popolare dato che era venduto e supportato solo da Citrix.
Microsoft constatato il successo del prodotto, decise di non rilasciare a Citrix la licenza del codice sorgente di Windows NT 4. Piuttosto, lei stessa avrebbe rilasciato una propria versione di WinFrame, chiamata Terminal Server.
Microsoft fece un annuncio pubblicamente e le vendite di Citrix precipitarono con conseguenti perdite di dipendenti e investitori.
Così, le due aziende, entrarono in negoziato per risolvere le cose al meglio. Le trattative portano Microsoft ad ottenere la licenza della tecnologia ICA per il protocollo RDO e, in cambio, Citrix la possibilità di costruire Metaframe 1.0 e 1.8 per l’edizione terminal server di NT4.

L’accordo fece sì che ICA e i thin client diventarono un software trend. Negli anni 90, per le aziende che dovevano implementare Windows desktop e applicazioni su location remote e collegamenti di tipo slow feed, Citrix era il punto di riferimento.

Microsoft, dal 2001 in poi, sembro dare al computing del terminal Server una priorirà molto bassa.
Citrix, continuò a dominare il mercato con Presentation Server, che cambiò poi nome in XenApp e XenDesktop, che divennero poi Citrix Virtual Apps and Desktops.
Da quel momento, un intero ecosistema di end-user computing è partito attorno a questo progetto per estendere e supportare le funzionalità dei sistemi Citrix e di sessioni remote desktop.
Quando arrivò la VDI, poi, la cosa aumentò ulteriormente. C’erano altri competitors come VMware, Parallels e, più recentemente, Amazon ma, per la maggior parte di questi anni, Microsoft ha spinto perchè Citrix dominasse l’area di mercato e creasse grandi flussi di ricavo per le licenze RDSH.
Problematiche quali il print management, performance management, peripheral management ed il profile management aprirono opportunità ai vendor di terze parti che entrarono nell’ecosistema.

Durante tutto questo periodo, però, gli osservatori del settore si sono chiesti se Microsoft avrebbe mai potuto prendere il controllo sul core market di Citrix.
Vi sono state diverse ripetizioni di RDSH su cui sono state fatte speculazioni: la gente, infatti, si chiedeva se tutte queste ripetizioni avrebbero segnato la fine di Citrix.
Così non sembra: con Windows Virtual Desktop, Microsoft si sta muovendo verso una nuova direzione.

 

Windows Virtual Desktop oggi

 

Windows Virtual Desktop

Quindi cosa sappiamo di Windows Virtual Desktop?
Prima di tutto, sappiamo chi è il riferimento. Scott Manchester è a capo di RDSH in Microsoft e guida un team di 70 persone: numero che include anche lo staff precedentemente appartenente a FSLogix.
L’acquisizione di FSLogix è stata pensata per essere aggregata al servizio e risponde ad una delle maggiori problematiche derivanti da ambienti non persistenti: la gestione del profilo dell’utente.

Windows Virtual Desktop è stato annunciato formalmente al Microsoft Ignite nel Settembre 2018.
È un servizio basato su RDMI, la nuova evoluzione di Remote Desktop Services.

 

Azure only

 

Il servizio è di tipo Azure only: dovete quindi acquistare una sottoscrizione Azure.
Includerà Microsoft Office ProPlus, e gli strumenti di conditional access e loss prevention.
La preview è già disponibile mentre è slittata la general availability. In questa versione, potrete avere le applicazioni full desktops e pubblicate o un mix di entrambe.
Perciò, nonostante il nome Windows Virtual Desktop rimandi ad un servizio full VDI, è possibile utilizzarlo anche per il delivery delle applicazioni.

Questo servizio è multitenant: questo significa che e supporterà i gruppi con molteplici tenant, il che lo rende l’ideale per i solution provider.
Vi sono diverse opzioni di connettività che includono un web client HTML 5, lo strumento di RemoteApp and Desktop Connections ed una client app WVD. Questo permetterà le connessioni fra dispositivi mobili quali Apple ed Android.

E, infine un interessante stratagemma: la funzionalità virtual machine di Windows 7 è offerta con tre anni di supporto esteso senza costi aggiuntivi.
Questa è una mossa molto interessante perchè permette di trasferire le applicazioni legacy all’interno del cloud di Azure.
Prevalentemente, però, WVD è pensato per essere costruito su Windows 10, il che include Windows 10 multiuser. Questo, potrebbe diventare un rimpiazzo a lungo termine per RDSH.

Windows Virtual Desktop è essenzialmente gratuito: è anzi possibile che abbiate già accesso al servizio per le licenze in vostro possesso.
Se avete licenze di Microsoft 365 E3, E5 o F1 o licenze Windows E3 o E5 allora il servizio è già incluso.
Potete eseguire una multi-sessione Windows 7, Windows 10, Windows 10 Enterprise o Windows Server 2012 R2+ VMs nella vostra sottoscrizione Azure.
Potete utilizzare gli attuali strumenti di management quali SCCM e Microsoft Intune ma ovviamente pagherete per le risorse virtual machine che utilizzate nel cloud.

Il WVD è un servizio di tipo infrastructure-as-a-service o platform-as-a-service?
Essenzialmente, potrebbe essere considerato un platform-as-a-service plus. Questo perchè Microsoft gestisce anche il delivery di alcune applicazioni quali, ad esempio, Microsoft Office. Microsoft si occuperà di tutti gli aggiornamenti di sicurezza che possono essere un grande onere per molti business.
In ogni caso, ciò che pesa sull’amministratore non è la distribuzione degli update ma come assicurarsi che tutte le linee di business application rimangano correttamente in azione.
Questo significa che gli amministratori che adottano Windows Virtual Desktop potrebbero dover considerare di cambiare il ciclo di test delle loro applicazioni tradizionali.
Ma WVD renderà più semplice alle aziende utilizzare virtual desktops e virtual applications e rimuovere molti dei costi e delle complessità degli strumenti tradizionali.

Come abbiamo detto, il servizio è attualmente disponibile in preview.
Supporta applicazioni e desktop “personal” e “pooled”. Potete utilizzare qualsiasi di macchina, anche dispositivi con GPU. Il piano di controllo funziona attualmente solo negli Stati Uniti ma verrà presto esteso ad altre regioni. Avete bisogno anche di Azure Active Directory e Active Directory standard.

 

Due opzioni di scalabilità integrate

 

Windows Virtual Desktop supporta due opzioni di scalabilità integrate chiamate breadth mode e depth mode:
– il breadth mode distribuisce uniformemente gli utenti su tutte le macchine virtuali disponibili dando all’utilizzatore la migliore performance ma, potenzialmente, il più alto costo;
– il depth mode riempie ogni VM fin quando non è piena prima di passare alla successiva. Questa modalità potenzialmente fornisce peggiori performance ma una gestione dei costi più efficiente.

Questa nuova versione di Windows esiste, almeno in parte, perchè molti osservatori di settore credono che Microsoft, prima o poi, voglia ritirare il ruolo RDSH da Windows Server.
Microsoft non l’ha mai dichiarato apertamente, RDSH è presente all’interno di Windows Server 2019 ed include nuove ottimizzazioni per l’utilizzo su cloud. In ogni caso, Microsoft ha dichiarato che “non crede che i server abbiano bisogno o debbano avere le esperienze personalizzate che fornisce Windows 10”.
La feature di desktop experience in Windows Server 2019 non include molte delle funzionalità presenti di Windows 10, come il supporto per Cortana, il Microsoft Store, Edge e il supporto per Office 365 ProPlus.
Infatti, molti workload di tipo modern server che sono in esecuzione su Windows Server Core, non richiedono neanche una GUI o un desktop.

Il ruolo RDSH rappresenta una delle due funzionalità di Windows Server che attualmente richiedono la GUI completa.
Ed è proprio qui che la variante multiutente di Windows 10 entra in gioco: supporta infatti tutti gli ultimissimi aspetti di Windows 10 perchè si basa sulla normale versione client di Windows 10, con estensioni multi-utente. Questo significa che ha tutte le funzionalità che sono escluse da RDSH su Windows Server 2019, riceve aggiornamenti semestrali e la ricerca desktop è ottimizzata per l’ambiente multiutente. In ogni caso, al momento, è disponibile soltanto sul cloud Azure.
Microsoft lo presenta come il meglio di entrambi i mondi: ha la scalabilità di RDSH, combinata alla compatibilità alle applicazioni, user experience e funzionalità di Windows 10.

Office 365 è un componente cruciale sia per Microsoft che per Windows Virtual Desktop. Conta 135 milioni di sottoscrizioni e oltre 1 miliardo di utenti (dato del 3 trimestre 2018).

Windows Virtual Desktop

Microsoft attualmente sta spingendo Microsoft 365 rispetto a Office 365.
Come molti di voi sapranno, Office 365 è la suite di produttività cloud-based che include app quali Outlook, Word, PowerPoint e molte altre.
Microsoft 365 è invece un bundle di servizi al cui interno è compreso Office 365.
Microsoft 365 ha come asset principali la sicurezza ed il device management (con Intune) ed include i diritti di licenza di Windows 10 e WVD.

Un dettaglio fondamentale è che se Windows 10 multi-licenza rimpiazza RDSH e Office click-to-run è disponibile solo su Windows 10, non potrete più avere Office 365 ProPlus sul Server 2019.
Questo significa che le installazioni di Office sui Server RDSH non saranno più possibili e, col fatto che Windows 10 multiuser sia Azure only, i desktop o le applicazioni condivise sui session host saranno disponibili solo dal cloud Azure.
Questo è sicuramente un punto molto discusso e per cui molti utenti sono in attesa di risposta ma, per come stanno le cose ad oggi, Office 2019 non sarà disponibile su Server OS. Se avrete bisogno di eseguire una multisessione OS di Office 365 dopo il 2025 (anno in cui termina il supporto di Server 2016) sarà obbligatoriamente su Azure.

Questo punto si integra anche nel dibattito che la versione multi utente di Windows 10 sarà resa disponibile on-premises o attraverso strumenti quali Azure Stack.
Ripetiamo che Microsoft non ha fatto nessun annuncio formale ma vi sono dei rumor in merito.

Windows Virtual Desktop

 

E Citrix?

 

Chiediamoci ora cosa comportino tutte queste funzionalità e cambiamenti per Citrix.
Potete già implementare un “Windows Virtual Desktop” nel cloud di Citrix: è chiamato Citrix Cloud e funziona molto bene.
Però sembra che la tecnologia Microsoft WVD entri a gamba tesa all’interno del core business di Citrix e, con il fatto che Office sia integrato, l’iniziativa entra in concorrenza con Citrix.

Quest’ultimo mantiene le altre funzionalità all’interno del portofolio prodotti che permetteranno alle aziende enterprise di costruire su Windows Virtual Desktop.
NetScaler, Workspace, app layering, workspace environment management, SD-WAN…sono tutte componenti della suite Citrix che possono essere create a partire dal servizio Microsoft.
Citrix ha anche il suo proprio desktop service chiamato Citrix Managed Desktops e pronto ad essere eseguito sul servizio WVD.

Inoltre, di recente, Citrix ha fatto due acquisizioni – Cedexis e Sapho. Quest’ultimo, in particolare, si presenta come uno strumento con le potenzialità necessarie ad aggiungere grande valore all’offerta Citrix. Porta infatti workflow e micro applicazioni che forniscono una più stretta integrazione con le funzioni di business.
Citrix è sicuramente impegnato e sotto pressione per fornire qualcosa di convincente dal punto di vista del costo e delle licenze. Anche se tecnicamente più immaturo rispetto a Microsoft, la variabile del prezzo stuzzicherà la curiosità di molte aziende.

Dal punto di vista Microsoft, possiamo interpretare la tecnologia WVD come una una mossa audace legata ai cambi di direzione avvenuti con Satya Nadella: ad esempio la volontà di abbracciare concetti e tecnologie non Windows come i container e Linux.
Resta da capire come si adatterà ad ambienti più grandi in cui Citrix ha ottenuto grandi successi negli ultimi 20 anni.
Il licensing di Office 365 su Server OS e la futura availability di Windows 10 multiuser sono due punti fondamentali in questa discussione.
Infine, l’offerta del supporto gratuito di Windows 7 è un modo interessante per ottenere seguito in WVD stuzzicando i clienti a fare il grande passo con le applicazioni legacy.

Staremo a vedere come andranno le cose: quel che è certo è che Microsoft, rendendo questo servizio disponibile, si è assicurata che i prossimi anni di End user computing siano molto interessanti!

 

 

Le informazioni presenti in questo post, sono prese dall’articolo: WINDOWS VIRTUAL DESKTOP.

 

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