Piano transizione 4.0 per incentivare il Made in Italy

7 miliardi in tre anni per promuovere innovazione tecnologica, transizione green e attività di design e ideazione estetica

7 miliardi mobilitati per il triennio 2020-2022 (con estensione fino a metà 2023) al fine di sostenere gli imprenditori e i manager che decidono di investire in progetti di innovazione tecnologica: ecco a quanto ammonta il pacchetto di finanziamenti che rende operativo il Piano Transizione 4.0.

“L’Italia si dota di una nuova politica industriale 4.0” dichiara Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico, nella lettera inviata a Il Sole 24 Ore. “Il Piano Transizione 4.0 si caratterizza per una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e alle attività di design e ideazione estetica. Il tutto per valorizzare ulteriormente le produzioni del nostro Made in Italy”. Ma nel concreto, di cosa si tratta?

 

Il Piano Transizione 4.0: panoramica normativa

Il Piano Transizione 4.0 rappresenta una valida forma di sostegno agli investimenti in innovazione delle imprese, finalizzata a incentivarne la competitività e favorirne il processo di transizione digitale. Rispetto alla versione precedente, è stata attuata una revisione in ottica pluriennale: ciò significa che imprenditori e manager possono contare su una pianificazione degli investimenti di ampio respiro, che si estende a fino a metà 2023.

Anche la modalità di accesso è stata semplificata: le spese ammissibili sono finanziate tramite il credito d’imposta a intensità crescente. Tale decisione ha due risvolti significativi:

  1. Possono accedere al finanziamento anche soggetti senza “utili” o in regime forfettario;
  2. La data di inizio della compensazione è anticipata al gennaio dell’anno successivo all’investimento.

 

Innovazione, tecnologia e formazione digitale: i pilastri del Piano

Il pacchetto di finanziamenti prevede tre ambiti di spesa:

1. Beni strumentali tecnologicamente avanzati e beni immateriali funzionali alla trasformazione 4.0

Rispetto alla versione del 2017, gli investimenti in beni immateriali non sono più vincolati all’acquisto di beni materiali e quindi è possibile attuare finanziamenti separati. Il credito riconosciuto è così ripartito:

  • Beni materiali: 40% fino a 2,5 milioni di euro e 20% per la quota restante fino a 10 milioni di euro;
  • Beni immateriali: 15% fino al limite massimo di 700 mila euro.

2. Investimenti in R&S, innovazione e design

La novità del Piano risiede nell’attenzione rivolta alle imprese manifatturiere che contraddistinguono il Made in Italy, ossia quelle operanti nei comparti moda, tessile, calzaturiero, orafo, mobile e arredo, ceramica e occhialeria. Si può ricorrere al credito in misure differenziate:

  • Ricerca fondamentale / industriale e sviluppo sperimentale: 12% fino a 3 milioni di euro;
  • Innovazione tecnologica: 6% fino a 1,5 milioni di euro, con un significativo aumento al 10% in caso di attività finalizzate alla transizione ecologica o all’innovazione digitale;
  • Design e innovazione estetica: 6% fino a 1,5 milioni di euro.

3. Formazione 4.0

Per rendere più competitive le imprese sullo spazio internazionale, non è sufficiente introdurre nuovi macchinari o impianti tecnologici, ma è necessario che il personale sia in grado di utilizzarne tutte le funzionalità. A questo scopo, si punta a stimolare gli investimenti in formazione attraverso un credito differenziato in base alla grandezza dell’impresa:

  • Piccola: 50% fino a 300 mila euro annui;
  • Media: 40% fino a 250 mila euro annui;
  • Grande: 30% fino a 250 mila euro annui.

 

Perché ricorrere al Piano Transizione 4.0

Attraverso il Piano Transizione 4.0 vengono messi a disposizione delle imprese concreti e immediati strumenti per rilanciare le attività, guardando a un orizzonte sempre più Green e digitalmente avanzato, oggi più che mai necessario per rilanciare il tessuto imprenditoriale italiano sul mercato nazionale ed internazionale.

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